Un giorno mi piacerebbe molto diventare… Quante volte nella nostra vita abbiamo ascoltato queste parole. Allo stesso tempo quante volte abbiamo sentito i nostri genitori, gli educatori a casa e a scuola, chiederci di riflettere per tempo e con calma sulle scelte personali per il nostro futuro. “Hai già pensato quale sarà la tua futura occupazione?”. Spesso la risposta rimaneva timidamente racchiusa nella timidezza e nell’imbarazzo. Quindi non c’era nessuna risposta e invece rimanevano molti dubbi. Ma questi giovani che ho avuto la fortuna di conoscere qui a Kinta vivendo quest’esperienza, di un mese assieme a loro, mi hanno sorpreso. Ho letto le risposte scritte alla domande che avevo fatto loro oralmente. Tra di loro, c’era già qualcuno che stava pensando al suo futuro dando primaria importanza a concludere bene gli studi e sperando in un futuro favorevole. Vi scrivo qualche pensiero che individualmente hanno scritto nei loro quaderni. Ciascuno nello scrivere ha preso il suo spazio e il suo tempo. Qualcuno si è rifugiato in camera per concentrarsi. Altri sono entrati in una vecchia macchina della Pediatria. Tutti erano concentrati e molto attenti a rispondere alle domande, dicendo tutto quello che pensavano. Chiedendo loro cosa significasse la parola lavoratore, quasi tutti hanno risposto “il lavoratore è qualcuno che guadagna qualcosa per la sua vita”. Inoltre, hanno aggiunto che il lavoratore è anche qualcuno che segue un dato progetto e che si assume una responsabilità. In seguito, Emmanuel sottolinea che il lavoratore è qualcuno che vuole dare un senso alla propria vita. Continuando a leggere nei loro quaderni mi sono presa degli appunti su qualche pensiero che hanno scritto. Qualcuno di loro ha già qualche idea per quanto riguarda la loro futura occupazione. Prima di tutto, per esempio, la risposta diretta di Josaphat: “Ho pensato di diventare elettricista nella vita”. Banicha afferma: “Nel mio futuro mi piacerebbe molto essere nella mia casa”. Oberli scrive: “Vorrei essere commerciante”, seguito da Héritier che dice: “Penso di diventare un meccanico un giorno. Studio per prepararmi a vivere felice nella mia vita con i miei bambini. Le cose più importanti nella mia vita sono studiare e lavorare”. Danny, invece è sicuro, ch’egli vuole essere un dottore. Mi è piaciuto anche il coraggio di Etienne che spera nel suo avvenire, scrivendo: “So che un giorno sarò un grande informatico e meccanico. Inoltre avrò bisogno d’imparare a riparare il computer e a manipolarlo bene. Poi, come P. Hugo mi aiuta, anch’io ho bisogno d’aiutare gli altri!”.
Continuo a leggere le ultime risposte date. Davanti all’esigenza sottolineata da tutti di riuscire a trovare i mezzi anche economici per sbrigarsela nella vita, c’è anche Etienne che mostra la sua generosità. Egli sottolinea anche che le direttive, le più importanti che vuole percorrere nella sua vita futura. Egli afferma: “Dopo aver terminato i miei studi sarò responsabile della mia vita personale. Questo m’aiuterà a guadagnare del denaro per me stesso e allo stesso modo ciò potrà permettermi di aiutare la gente povera e mi aiuterà a sostenere me stesso e i miei bambini”. Noi terminiamo questo cammino con i nostri giovani con le parole rispettose di Emmanuel: “Io penso a diventare un autista in ricordo di mio padre”.
Durante questi giorni che ho avuto la fortuna di restare, di parlare e di confrontarmi con loro, posso idre che sono tutti dei giovani con una personalità in cerca del loro futuro. Noi abbiamo parlato molto dell’importanza di trovare il tempo per riflettere sul loro avvenire per essere pronti a rispondere alle occasioni della vita. E’ partendo da quest’età che devono pensare alla persona che vorrebbero divenire, partendo dall’analisi delle cose che possiedono già nella loro vita e delle cose che invece vorrebbero ottenere avendo trovato un lavoro.
Leggendo le loro parole noi assistiamo veramente alle prime testimonianze che ci danno sul loro futuro. Grazie di cuore! Coraggio e buona fortuna a tutti!
Estate ragazzi a Kinta – Terza settimana
“L’importanza d’analizzare e superare insieme le difficoltà che noi possiamo trovare sul nostro cammino”. E’ anche questo che hanno incominciato a capire i giovani dopo alcuni giorni vissuti lontani dalla Pediatria. Davanti gli sforzi compiuti per adattarsi ad un altro clima et ad un modo di vivere (per esempio la dieta alimentare semplice, il clima freddo di questo periodo e la povertà di trovare dei trasporti e dunque la facilità di acquistare o allo stesso tempo di fare arrivare le cose), noi constatiamo la volontà dei giovani di manifestare le loro opinioni critiche rispetto alle loro preferenze. Allo stesso tempo, essi provano pian piano a capire che non è facile trovare dappertutto quello che siamo abituati ad avere a casa. E’ anche questo buono spirito di comprensione che abbiamo vissuto anche in questi giorni.
Nel cuore e nella testa noi ricordiamo le urla di gioia dei giovani che sabato 19 luglio erano intenti a vivere il grande gioco della caccia al tesoro, seguendo dettagli ed indizi che hanno portato al rinvenimento del tesoro. Lo scopo era testare la conoscenza dei ragazzi dei luoghi della fattoria che avevano vissuto in quei giorni. Sono stati davvero eccezionali. Hanno vinto il tesoro (2 ananas e una bottiglietta di succo di frutta ciascuno) dopo aver corso una quarantina di minuti. Vederli leggere i biglietti con le indicazioni scritte da noi in francese e vederli cercare e riflettere assieme all’educatore Christian per capire dove si trovavano i biglietti uno dopo l’altro era interessante e ha riempito di gioia tutti gli abitanti della fattoria, che partecipavano alla corsa ed agli indovinelli. Ora stiamo vivendo la terza settimana. La scuola prosegue bene. Il rivestimento interno ed esterno è terminato. Le finestre sono state tutte installate e sono stati realizzati i primi banchi. Inoltre è stata realizzata anche la grondaia della facciata principale della scuola. In seguito hanno costruito il pannello per indicare il luogo dove sarà edificato il dispensario. Per l’ultima settimana dei ragazzi, Gauthier ha previsto che come lavori essi saranno importanti nella realizzazione dei pavimenti e delle lavagne a muro della scuola. I giovani finora hanno continuato ad impegnarsi forte per rendere tutto questo possibile.
Un gruppo di cinque giovani martedì 22 è partito con il trattore, guidato da un operaio della fattoria, per andare a raccogliere i tuberi di manioca nei campi della fattoria e poi portarli alle maman aiutandole nella spellatura della manioca. Dopo il corso di francese sono andati a lavorare con le maman dove le stesse si occupano di trattare la manioca. Già la mattina, durante la colazione qualcuno di loro aveva incominciato ad aiutarle. In seguito anche il mercoledì seguente hanno continuato a dare una mano alle maman. Martedì sera c’è stato il gioco delle parole nascoste, una vera sorpresa per tutti che ha mostrato uno spirito positivo del gruppo, cercando di trovare le risposte corrette alle domande poste. La gara prevedeva che le due squadre formatesi potessero trovare e scrivere la soluzione corretta. C’erano domande sulla fattoria e su Kinta, sulla grammatica francese, sul Congo e sul mondo. Il gruppo dei Leopardi, guidato da Aboubacar, ha vinto ma tutti si sono comportati bene collaborando bene assieme.
I falegnami continuano bene i loro lavori con Kovo. Essi hanno installato in due giorni tutte le finestre realizzate e hanno costruito assieme la grondaia per la facciata frontale della scuola. Il prossimo passo saranno le porte. Il gruppo dei muratori ella scuola hanno finito il rivestimento esterno e hanno cominciato quello interno. Per concludere bene la settimana, pensando ai momenti delle riflessioni, abbiamo parlato con loro delle persone che sapevano già di essere e delle loro vere capacità di perdonare sapendo che anche le belle sorprese nella vita hanno inizio da piccoli gesti fatti con il cuore.
Estate ragazzi a Kinta – seconda settimana
La prima interessante notizia che ha interessato questi giorni alla fattoria. Riguarda l’inizio delle lezioni di lingua francese, che noi accompagniamo fino alla fine di quest’esperienza a Kinta. Noi abbiamo recuperato una vecchia lavagna alla prima scuola di Kinta. L’abbiamo trasportata nel magazzino della fattoria dove noi l’abbiamo utilizzata per favorire la comprensione dei temi affrontati. Nel clima favorevole, che continua ad aiutarci a vivere bene insieme, noi abbiamo pensato per una partecipazione attiva dei giovani, nella classe.
Ogni giorno, prima d’iniziare a lavorare, noi abbiamo partecipato tutti assieme ad un’ ora di ripetizione di grammatica e dei più importanti concetti del francese con l’esperienza dell’educatore Christian, che è lui stesso insegnante alla scuola primaria, già in funzione a Kinta. Poco a poco, i giovani stanno ripetendo le nozioni di base del francese utilizzando numerosi esempi correggendo gli errori fatti negli esercizi dati in classe e durante i lavori di gruppo, organizzati durante la settimana a scuola e dopo la liturgia. Attraverso il metodo dei dettati e facendo insieme la correzione diretta alla lavagna degli errori commessi, con le spiegazioni grammaticali importanti, abbiamo visto con piacere la concentrazione e l’impegno dei giovani verso gli argomenti trattati. Hanno preso degli appunti, su tutti i temi proposti, anche nei loro quaderni.
Grazie alle lezioni preparate tutti i giorni da Christian noi speriamo quindi di aiutare questi giovani a rinforzare la loro conoscenza del francese.
Uno dei primi risultati ottenuti lavorando in questi giorni, precisamente il martedì 15 luglio, sono stati le 5 finestre una dopo l’altra. Giovedì, essi ne realizzeranno ancora 4. Il lavoro che hanno fatto l’ho osservato in tutti i passaggi a partire dalla presa delle misure per tagliare il legno, al taglio delle assi di ferro, al piallare i morali e all’utilizzo della foratrice per installare le assi delle finestre. Noi siamo quasi alla fine di questa settimana e Kovo afferma che sicuramente possono terminare tutte e 13 le finestre per questo weekend. Le ultime parole di Kovo: “All’inizio, avevano incominciato lentamente a capire i passaggi da fare e le macchine da utilizzare, per riuscire a lavorare tutti i serramenti in legno. Ora, hanno la capacità di continuare soli. Sono contento, perché vedo che si impegnano nei lavori e che ci sono progressi importanti vedendo anche la velocità che hanno guadagnato”. Sempre nella giornata di martedì Danny, Pistis, Etienne e Josaphat hanno lavorato con le maman che fanno la raccolta della manioca prendendo l’acqua. Hanno riempito le vasche della manioca che avevano delle perdite e ora vanno regolarmente.
Visitando la scuola per vedere come sono i lavori in loco, ho visto il rivestimento della facciata esterna che si trova davanti la prima scuola costruita, già ultimata assieme alle due facciate minori. Venendo dalla fattoria a piedi e arrivando mi sono accorta subito che anche i muri esterni erano già stati ultimati. Ho pensato all’importante aiuto che questi giovani stanno dando per terminare i lavori della scuola. Essi stanno rivestendo l’ultima facciata lunga ed è veramente interessante guardare gli operai più esperti della fattoria lavorare insieme ai giovani della Pediatria. Mutombo, il responsabile dei lavori di costruzione, mi ha detto che proseguono in questo modo, termineranno cioè il rivestimento dell’ultima facciata esterna per sabato. Ha aggiunto: “Dopo la prossima settimana cominceremo con il rivestimento interno delle sale ed allo stesso tempo, quando finiremo di rivestire, faremo i pavimenti. Facendo così continueremo con tutte le cinque sale della nuova scuola”.
Nei momenti di condivisione comunitaria, anche attorno al fuoco, cerchiamo sempre di riflettere insieme sulle cose vissute durante la giornata e di parlare se c’è qualche dubbio o necessità. In questi giorni abbiamo trattato i temi e il significato della parola “perdono, rispetto e comprensione reciproca.” In seguito, abbiamo parlato della persona di Nelson Mandela e del suo esempio di vita per tutti noi. Abbiamo vissuto ad un momento di gioia insieme al nostro amico Junior, che ci ricorda sempre che è bello essere assieme uno accanto all’altro. Durante questi giorni, abbiamo meditato anche grazie alla lettura di alcuni passaggi della Bibbia. La Parabola scelta questa domenica sarà quella del “Figlio e il prodigo”. Leggendo le parole della Bibbia e riprendendo le opinioni raccontate, abbiamo espresso le nostre esperienze quotidiane aggiungendo le nostre esperienze di vita. Hanno seguito con attenzione questi momenti e vedendo l’importanza della parole condivise insieme, abbiamo approfittato per porre loro alcune domande in cui dovevano esprimere in forma scritta i loro pensieri, riguardanti le loro scelte per il futuro e quindi i mestieri che avrebbero voluto fare nella loro vita.
In conclusione, vi scrivo la frase, letta tutti insieme durante una serata, che ci ha toccato tutti molto. E’ stata pronunciata da un grande uomo della storia del monto. Egli affermò: “L’ambizione più grande che ho è che ogni bambino in Africa possa andare a scuola, perché l’educazione è la porta d’entrata alla libertà, alla democrazia ed allo sviluppo”. Questo grande uomo si chiamava Nelson Mandela. Con queste parole nella testa e nel cuore, abbiamo continuato a vivere e lavorare e continueremo a farlo nei giorni che verranno.
Estate ragazzi a Kinta – Prima settimana
E’ l’8 luglio, la scuola è andata ben avanti e ormai mancano gli ultimi ed importanti lavori di rifinitura. Il tetto è ben concluso. I muri solidi attendono solo d’essere rivestiti e dopo sarà il turno dei pavimenti. Tutto questo grazie al prezioso aiuto dei giovani della pediatria. Ci sarà allo stesso tempo la possibilità di costruire i banchi, le porte e le finestre per la scuola. Ci aspetta un buon lavoro, ma il coraggio è presente in questi giovani come ho sentito raccontare dai loro educatori di Kinta: “Non sono svogliati, hanno solo bisogno d’essere guidati e di capire come fare le cose.” Essi erano tutti ben sorpresi sapendo che c’era una scuola anche qui e che avrebbero lavorato per la costruzione d’una struttura scolastica. La voglia di cominciare a fare qualcosa era forte.
Infatti, dopo aver incominciato a spiegare loro i compiti, i formatori e responsabili: Mutombo, per la squadra della costruzione e Kovo, per la squadra dei falegnami, entrambi hanno dato ai giovani i primi lavori da fare mettendo in pratica subito quello che avevano mostrato loro. Era molto interessante vedere come i giovani potevano applicare direttamente, tutte le conoscenze acquisite in loco, mettendole in pratica e vedendo alla fine della giornata i primi risultati e i primi progressi ottenuti.
All’inizio, ho visto partire Josaphat, Pistis, Banicha, Bonnet, Oberli, Rodrigue e Danny per prendere l’acqua, perché la fonte era lontana dalla scuola e noi avevamo bisogno dell’acqua per fare la miscela di sabbia e di cemento. Un altro gruppo, composto da Junior, Aboubacar, Samuel e l’educatore Christian era occupato a riempire i sacchi di sabbia che venivano poi trasportati ai loro amici Pindi ed Etienne, che preparavano la miscela di sabbia con il cemento. Essi stessi con la carriola poi partivano per portare tutto questo a Héritier e Emmanuel, che avevano già capito di voler mettersi all’opera subito nelle costruzioni come muratori.
Essi hanno cominciato immediatamente a livellare, a tagliare installando la rete prima di rivestire per continuare con l’attività di rivestimento esterno ed interno della scuola, preparando alla fine il cemento da gettare per ben livellare i pavimenti delle classi. Quindi il primo gruppo numeroso, si occuperà, fino alla conclusione dell’esperienza, dei lavori della scuola. In seguito, il secondo piccolo gruppo, creato il giorno dopo l’inizio dei lavori alla scuola, apprenderanno la lavorazione del legno con il formatore locale della fattoria: Kovo. Questo gruppo s’occuperà fino alla fine di tutti i lavori di falegnameria. In questi giorni, dunque, Banicha, Samuel e Aboubacar hanno già incominciato ad imparare ad utilizzare le macchine capendo come accendere il generatore, come piallare, forare il legno e recuperare le assi di ferro per costruire le finestre. Noi sappiamo già che dovranno realizzare in totale 13 finestre, 5 porte e i banchi di scuola. Tutti questi lavori di costruzione e di falegnameria i giovani li faranno assieme agli operai che lavorano già in fattoria.
Tutti concentrati dopo l’inizio per aiutare a concludere i lavori per portare a compimento la scuola. E’ alla fine di luglio che si spera di realizzare la struttura. Una cosa, della quale posso assicurarvi, è che la motivazione e la capacità di questi giovani di lavorare bene ed in gruppo, ci aiuterà molto ad arrivare ad ottenere un buon risultato finale. A ragione di questo e dei momenti che stiamo vivendo tutti insieme alla fattoria, noi abbiamo nominato questo primo gruppo a Kinta con le seguenti parole: “BISO NIONSO TOZA ELONGO. (Noi siamo tutti assieme).” Questa sarà il nostro motto fino alla fine.
E’ il 13 luglio, è quasi una settimana che ci troviamo insieme qui a Kinta, nella vasta proprietà della fattoria della Pediatria. 14 giovani venuti da diverse case della Pediatria, un educatore Christian, Gauthier e io, 2 formatori d’esperienza Mutombo e Kovo, cresciuti essi stessi professionalmente qui in fattoria, che hanno incominciato a spiegare e trasmettere i segreti delle loro professioni e le tecniche utili nel campo delle costruzioni e della falegnameria. Noi siamo qui tutti insieme senza dimenticare tutti gli operai e tutte le maman che ci aiutano nei lavori e che ci preparano il cibo. Era la mia prima esperienza qui a Kinta con i giovani della Pediatria. Ero curiosa di sapere la ragione personale che li aveva spinti a venire qui e cosa allo stesso tempo si aspettavano da quest’esperienza. Ero veramente contenta di ascoltarli parlare e raccontare le loro motivazioni individuali. Sono rimasta al loro fianco per iniziare a conoscerli e per capire i loro ritmi di lavoro, di riposo e di pasto ascoltando i loro bisogni. Tutti dicevano che volevano semplicemente dare una mano dove potevano farlo applicandosi, perché erano qui per impegnarsi e per aiutare la Pediatria e per imparare un mestiere. Su questa direzione abbiamo incominciato a svolgere il programma di tutte le giornate. Dopo il primo giorno di conoscenza reciproca e di visita dei luoghi della fattoria e dei luoghi di lavoro, hanno incominciato subito ad impegnarsi forte, prima alla scuola costruendo e poi, presso il magazzino della fattoria, imparando l’arte della falegnameria, seguiti sempre dai loro formatori e dai loro educatori.
All’inizio, noi abbiamo composto due gruppi di lavoro seguendo le loro prime orientazioni e sapendo, all’inizio dalle loro proprie parole, che cosa volevano imparare. Noi abbiamo in questo modo costituito il gruppo dei muratori della scuola, formato da 10 giovani ed il gruppo dei falegnami, composto da 4 giovani che lavorano utilizzando anche le macchine elettriche della fattoria.
Seguendo i primi passi di tutte e due le squadre, ho ascoltato la soddisfazione dei loro responsabili sul campo: “Anche se vediamo che non sono abituati a lavorare in questi settori, si applicano senza timore. Noi li guideremo e li motiveremo bene secondo le loro capacità e volontà”.
Abbiamo curato qualche malato, anche gli sforzi, le prime fatiche ed il fatto di abituarsi ad un nuovo clima, qualche volta all’inizio possono creare delle difficoltà. Devo dire che sono riusciti, fino ad ora, ad affrontarli positivamente.
Noi possiamo constatare che si è creato un buon clima di collaborazione tra tutti gli organizzatori dell’esperienza e i giovani visto anche il programma quotidiano.
Davanti al fuoco venerdì e sabato sera mostrando loro con il pc, quello che avevano fatto durante quei giorni e anche la domenica durante la liturgia organizzata nella cappella aperta della fattoria, noi abbiamo parlato dell’importanza di “seminare bene e sulla buona terra per alla fine avere la soddisfazione di raccogliere, quello che abbiamo seminato all’inizio”.
Nelle riflessioni fatte e durante i lavori di gruppo lanciati, dopo la lettura e l’analisi della “Parabola del seminatore” noi abbiamo constatati che tutti i lavori portano a fare dei sacrifici, ma noi dobbiamo essere capaci di affrontarli guardando sempre quello che queste prove, ci permettono di realizzare nel e per il nostro avvenire. Incoraggiandolo a scrivere, qualche pensiero sulla loro prima settimana a Kinta, tutti hanno raccontato brevemente quello che hanno fatto e tramite loro, condivido con voi qui alcuni commenti:
“Io personalmente, mi sento molto orgoglioso d’essere qui, perché sto apprendendo molte cose, amo la calma che regna qui e quando ritornerò alla Pediatria, saprò per esempio come accendere il generatore, piallare il legno, forare le assi di legno”.
“Io, ho capito che voglio diventare un muratore, ho imparato a rivestire il muro di cemento, a livellare il pavimento e ho visto i miei amici mentre mi aiutavano a fare tutto questo mescolando cemento e sabbia, a riempire i sacchi di sabbia, a prendere l’acqua abbastanza lontano della scuola per riempire la cisterna e a disporre la rete sul muro prima di rivestirli di cemento”.
“E’ un’estate, un periodo di vacanza diversa dalle altre che ho fatto. Io ringrazio la pediatria perché io non sapevo come fare il rivestimento ma ora lo so”. “Noi siamo con degli adulti che ci seguono”.
“Dopo la liturgia di questa domenica, penso che sarò il chicco di grano che cade sulla buona terra e che darò frutto”.
Con queste parole, testimonianze dirette dell’esperienza dei nostri giovani qui, noi speriamo che questo buon clima potesse continuare ad accompagnarci finché alla fine di questo mese, credendo sempre che noi siamo tutti qui per sostenere e per condividere con questi giovani e pensando al loro bene e al futuro che si trova davanti a loro.