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Economias Nuevas: due testimonianze dalla Colombia

Ottobre 6, 2022

Si è da poco conclusa la prima fase di “Economias Nuevas”, uno dei progetti di cooperazione internazionale di OIKOS in cinque comuni del Dipartimento del Nariño in Colombia. Economias Nuevas ha ottenuto il finanziamento dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Programmazione 2019-2023 della legge regionale 19/2000 ed è sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.

Tra le aule di legno del bellissimo “Centro per la Pace” – l’Espacio educativo para la Paz y el Buen Vivir – donne, giovani e agricoltori di Samaniego hanno seguito per tre mesi i corsi teorici e pratici di agroecologia e di produzione di pannelli fotovoltaici. L’obiettivo: integrare modalità produttive ecosostenibili nel sistema agricolo locale. Il grande successo del progetto e l’entusiasmo dei partecipanti hanno consentito l’avvio di una seconda fase.

Economias Nuevas ha dato l’opportunità a due giovani studentesse del nostro territorio, Elena Degli Uomini (San Daniele del Friuli) e Samantha Quargnul (Pradamano), di partire da volontarie per dare lezioni di inglese ai beneficiari del progetto; due settimane fa sono tornate in Italia con gli occhi pieni dei paesaggi e delle persone di Samaniego. Abbiamo avuto l’opportunità di intervistarle e di ascoltare la loro esperienza.

Da sinistra, Samantha Quargnul e Elena degli Uomini

Come avete scoperto il progetto Economias Nuevas?

S: È stato molto casuale; il progetto è finanziato dai nostri Comuni di residenza, e su Instagram una ragazza dell’amministrazione comunale di Pradamano aveva condiviso nelle sue storie il bando per fare domanda tramite il Comune. Ho pensato: “Questa estate non ho niente da fare, non ho nessuno con cui viaggiare: parto.” Ho poi scoperto che avrei dovuto mandare la domanda in Comune proprio all’ufficio dove lavora mia mamma. Quando le ho chiesto perché non mi avesse parlato di questo progetto, mi ha risposto che non pensava avrebbe mai potuto interessarmi. E invece eccomi qui, di ritorno da un mese in Colombia.

E: Io l’ho scoperto tramite la scuola che frequento: un’altra ragazza aveva fatto un’esperienza simile in Colombia; a scuola avevamo anche un referente di cittadinanza attiva che periodicamente ci mandava dei bandi e nel vedere questo ho deciso di provarci.

Cosa vi ha spinte a partire?

S: L’esigenza di continuare un percorso di cambiamento e di crescita che già era in atto quando mi sono trasferita a Bologna a studiare. Sai, sono una perfetta friulana – o almeno, pensavo di esserlo. Molto chiusa, legata alle sue sicurezze… L’esperienza universitaria a Bologna poi mi ha completamente stravolta, e nel cavalcare questo cambiamento ho deciso che era tempo di partire in Colombia.

E: Io sapevo che prima o poi avrei fatto un’esperienza del genere. E poi ero incuriosita dalla possibilità di scoprire l’altra parte del mondo, ma non con gli occhi turistici e con le sicurezze e le tutele che avrebbe avuto un turista: eravamo in un’area non molto facile.

A cosa ti riferisci?

E: Samaniego, il paesino in cui abbiamo vissuto, è sperduto nelle Ande. Prima di partire abbiamo dovuto seguire un corso di sicurezza, in preparazione all’esperienza! Abbiamo passato la prima settimana in isolamento: una scelta dell’associazione e dei cooperanti che ci ospitavano: era preferibile che gli abitanti si abituassero gradualmente all’arrivo di due europee.

L’Espacio educativo para la Paz y el Buen Vivir, Samaniego

Il progetto Economias Nuevas è finalizzato a ridurre la vulnerabilità economica e sociale delle donne, dei giovani e delle popolazioni rurali. Quali sono le problematiche vissute dagli indigeni in Colombia?

E: I colombiani, specie le popolazioni rurali, vivono in un contesto in cui sono obbligati a lavorare con la cocaina o comunque nell’illegalità. Crescono in un contesto in cui commerci di questo tipo sono completamente sdoganati, e non c’è la stessa percezione dell’illegalità che potrebbe avere un europeo nel proprio paese.

S: Manca un’alternativa. Immagino che molti abitanti non siano felici di assecondare questo stato di cose, ma se ti ribellassi verresti ucciso. Non c’è la possibilità di immaginare un cambiamento radicale dal basso.

Le popolazioni locali colombiane sono organizzate in piccole comunità o in cooperative di produzione. Il progetto di Economias Nuevas è ambizioso: tentare di convertire un sistema di produzione agricolo, in un territorio rurale, in cui certe modalità di coltivare sono fortemente radicate. Quali sono le barriere da abbattere affinché un progetto alternativo ed ecosostenibile come Economias Nuevas attecchisca?

E: Secondo me non si tratta tanto di fare in modo che un nuovo modello “attecchisca”; non si trattava di impiantare un nuovo modello su quello tradizionale, ma di integrare un modello ecosostenibile con qualcosa di già esistente. Mi pare che tutti usassero metodi ecosostenibili, ciascuno nel proprio modo. Sono popolazioni profondamente legate alla natura, perciò hanno il loro modo di assecondare i suoi cicli e di trarne i frutti. Paradossalmente, forse è più facile integrare un modello ecosostenibile in queste culture, particolarmente legate alla terra che coltivano da millenni con le stesse tecniche.

S: Confermo. Il progetto non intende snaturare lo stato delle cose, ma migliorarlo. Cerca innanzitutto di dare a tutti gli strumenti tecnici di base per implementare questo tipo di agricoltura; e poi lo fa nel rispetto di quello che sono e che fanno da secoli.

Ad esempio?

S: Estendendo su larga scala dei metodi che già conoscevano, o passando loro degli strumenti che rendano più efficienti tecniche che già conoscono.

Ma fino a che punto queste popolazioni erano consapevoli del tema dell’ecosostenibilità prima di conoscere questi progetti?

E: Secondo me non si rendevano neanche conto di essere “gentili” con l’ambiente. Non conoscono i macchinari e le tecniche che usiamo in Occidente, si affidano ai loro metodi tradizionali da millenni. Concetti come “ecosostenibilità” o “agroecologia” appartengono a strutture occidentali, nate quando in questa parte del mondo abbiamo realizzato che la questione climatica va affrontata attuando dei cambiamenti nei nostri sistemi produttivi.

E in che modo invece hanno recepito la parte “imprenditoriale” del progetto? Sono disposte a lanciarsi nell’avvio o nella conversione di un’attività in una modalità ecosostenibile?

E: Io li ho visti molto aperti. Ce li hanno presentati come persone molto chiuse, eppure io li ho visti molto interessati. Anna Paola, la cooperante di OIKOS che lavora a Samaniego, ci aveva accennato che c’erano altre persone interessate a partecipare, ma le iscrizioni si erano già chiuse e non c’è stato modo di inserire nuovi partecipanti… ma c’erano molte persone interessate a questi temi.

S: Soprattutto i partecipanti al corso di produzione di pannelli fotovoltaici erano in gran parte molto avanti con l’età, e già lavoratori con molta esperienza. Mi ha scaldato il cuore vedere come un signore di cinquant’anni, nonostante il suo lavoro, venisse volentieri a imparare. Nonostante avesse lavorato molti anni con un certo metodo di produzione, era disposto a mettersi in discussione e a imparare qualcosa di nuovo. In questo senso mi sono stupita non tanto dei giovani, quando degli adulti che hanno partecipato. Qui in Europa è molto diverso: dopo una certa età, se si ha un lavoro stabile e garantito, si fa fatica a mettersi in gioco con questa spontaneità.

Come ti spieghi questa differenza?

S: Non so se sia una questione di semplice umiltà o se provano anche la sensazione di “avere qualcosa da imparare”, da abitanti del terzo mondo coinvolti in un progetto nato in Europa.

E: Forse hanno una mentalità più aperta rispetto alla nostra. Avendone l’opportunità, decidono di fare qualcosa di nuovo pur senza averlo mai sperimentato. Hanno un modo semplice di vedere le cose, con cui colgono le opportunità in maniera spontanea, senza farsi troppe “paranoie” su se e quanto potrà tornargli utile.

Samantha e Elena tengono una lezione di inglese ai locali nell’Espacio educativo para la Paz y el Buen Vivir

Parallelamente a tutto questo, continua l’ampliamento dell’Espacio Educativo para la Paz in cui si sono svolte le lezioni teoriche di Economias Nuevas. I primi due livelli sono stati completati lo scorso giugno e altri due verranno ultimati nei prossimi mesi. Che atmosfera si respira in questo spazio?

S: Questa è una cosa che ci ha toccate da vicino! Stavano costruendo questo padiglione proprio accanto alla nostra camera, e dalle 7:30 eravamo svegliate dai rumori del cantiere! [ridono]

E: Le persone che abbiamo incontrato nel Centro per la Pace sono molto accoglienti; magari nei primi momenti ti guardano da lontano, ti fanno giusto un cenno di saluto, ma poi iniziano a coinvolgerti in una conversazione o a condividere il loro cibo. E poi si percepisce il senso del gruppo.

S: Sono anche molto flessibili nella relazione: durante le lezioni di inglese, eravamo noi le insegnanti e loro gli allievi, ma appena fuori dall’aula erano in grado di abbattere questa barriera e si relazionavano con noi in maniera calda e amichevole.

Avete avuto occasione di passare del tempo con i locali anche al di fuori dell’Espacio Educativo para la Paz. Una cosa che vi piace ricordare di quei momenti?

S: Il senso di protezione. Avevamo formato un gruppo con alcuni di loro, e una cosa che mi era piaciuta tantissimo è la sensazione di essere protetta. Conoscono la situazione, sanno che noi, da occidentali, veniamo notate più facilmente, e per strada o nelle zone in cui potevamo essere più esposte cercavano di garantirci il massimo conforto possibile.

E: A me è piaciuto molto il coinvolgimento: di fatto, noi non li conoscevamo. Eppure tutte le volte che siamo usciti insieme non hanno esitato a portarci in piccole escursioni a Samaniego, o a bere una cosa con i loro amici, a farci domande sulle nostre vite. Nonostante fossimo completamente estranee al loro contesto, ci hanno incluso.

Siete giovanissime: in che modo pensate che questa esperienza potrà aiutarvi a definire il vostro futuro?

E: Io sono tornata a casa con più consapevolezza rispetto a ciò che succede in America Latina. Dopo questa esperienza ci sono cose che guardo con occhi diversi, soprattutto le opportunità offerte dal mondo che ci circonda: cose che in Colombia un ragazzo della mia età non potrebbe mai fare, mentre io sì.

S: Provo lo stesso sentimento. E poi ho scoperto una parte di me che non pensavo esistesse: quella parte che ha iniziato a fare capolino quando ho deciso di lasciare Pradamano e di andare a studiare a Bologna, e che ha deciso poi di cogliere l’occasione della Colombia quando si è presentata.

Avete in programma di tornare in Colombia o altri progetti di cooperazione?

E: Se dovesse capitare un’occasione simile sì, penso che tornerei lì.

S: Vorrei stabilirmi in Colombia per un po’ dopo la laurea triennale, che conto di finire il prossimo luglio; nel frattempo, pianifico di tornarci un mesetto durante quest’anno, incastrando questo viaggio con gli studi.

Davvero bellissimo! Grazie per il vostro tempo.

Economias Nuevas ha ottenuto il finanziamento dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Programmazione 2019-2023 della legge regionale 19/2000 ed è sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.

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In missione dal Friuli alla Colombia per l’avvio di «Economias nuevas»

Marzo 26, 2022

Si rinnova e si rinsalda nel segno della cooperazione internazionale il legame tra il Friuli Venezia Giulia e il Nariño, uno dei 32 dipartimenti della Colombia. Partirà infatti da Udine, lunedì 28 marzo, una delegazione di Oikos onlus che nel Paese sudamericano – in particolare nella città di Samaniego – darà avvio a «Economias nuevas», progetto finanziato dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Programmazione 2019-2023 della legge regionale 19/2000. 

Un rapporto quello tra l’ong udinese e la Colombia che affonda le radici nel 2015: risale, infatti, a quell’anno il primo progetto di cooperazione internazionale realizzato al fianco dell’Isais, Instituto Sur Alexander Von Humboldt (sempre grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia). Ne seguirono altri, tutti caratterizzati dalla centralità dell’ascolto delle popolazioni locali, dallo sviluppo sostenibile delle comunità e dal sostegno ai diritti umani e alla parità di genere.

In tale solco si innesta oggi «Economias nuevas» che, nell’arco di due anni, si pone l’obiettivo di favorire lo sviluppo di competenze e strutture per la crescita di aziende familiari nei settori dell’agricoltura e della produzione energetica. Tali aziende opereranno seguendo i principi di agroecologia, in armonia con l’ambiente naturale circostante anche grazie alla riconversione energetica. In primo luogo, le attività saranno destinate a donne, giovani e comunità indigene della sub regione di Abades nel dipartimento del Nariňo. 

Uno spazio dedicato a Giulio Regeni, Mario Paciolla e Alessandro De Vita

Di particolare rilevanze nell’ambito delle progettualità realizzate negli anni a Samaniego, è stata la costruzione dell’«Espacio educativo para la paz y el buen vivir», un luogo divenuto punto di riferimento per la comunità locale, in particolare per donne e giovani: qui si fa formazione e si favorisce la consapevolezza sui diritti umani, ma soprattutto si coltiva una cultura della pace. Nel corso della missione uno dei saloni polifunzionali della struttura sarà intitolato a Giulio Regeni e Mario Paciolla. Un’altra area sarà invece dedicata ad Alessandro De Vita, fisico dell’Università di Trieste e al King’s Kollege di Londra, amico e socio di Oikos, prematuramente scomparso in un incidente nell’ottobre del 2018.

Le attività in Friuli

Come sempre i progetti non sono “a senso unico”, ma hanno delle azioni che riguardano anche la nostra regione, in primo luogo la sensibilizzazione della cittadinanza sui temi della Cooperazione allo Sviluppo. Non solo. Cinque ragazzi residenti in Friuli Venezia Giulia, grazie alla partnership con i Comuni di San Daniele del Friuli e Pradamano, avranno la possibilità di vivere l’esperienza di un mese di volontariato nell’ambito del progetto, misurarsi quindi in prima persona con la Cooperazione allo sviluppo. Un’esperienza arricchente e straordinaria che consente di guardare al mondo con occhi nuovi. Nei prossimi giorni seguiranno ulteriori notizie e approfondimenti.

L’attenzione dei media nazionali

Il progetto per il suo valore ha attirato l’interesse di diversi media nazionali, tra questi «Radio Bullets» – testata indipendente nota per i suoi reportage da diversi teatri di guerra, come l’Afghanistan – che ha deciso di inviare al seguito della missione di Oikos, la giornalista esperta di America Latina, Valentina Barile. Insieme alla delegazione partiranno anche  il fotografo Stefano Stranges e il film maker friulano, Andrea Musi. 

Sarà possibile restare costantemente informati circa la missione seguendo i profili Facebook e Instagram di Oikos onlus.

Filed Under: Colombia, News, Sud America Tagged With: Colombia, Colombia Samaniego, Economias nuevas, Harold Montufar

Posizione aperta: Oikos cerca cooperante per il nuovo progetto in Colombia

Gennaio 31, 2022

Con l’avvio in Colombia di Economias nuevas – il nuovo progetto di Oikos finanziato dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Programmazione 2019-2023 della legge regionale 19/2000 (vai a questo link per saperne di più) – siamo alla ricerca di un/una cooperante che segua sul campo il progetto. 

La partenza è prevista per il 28 marzo, due gli anni di durata del progetto.

Di cosa si tratta? Premesso che Oikos onlus è presente nel Paese sudamericano dal 2015 operando a favore dei diritti e della pace, nonché della crescita sostenibile delle comunità locali, obiettivo di #EconomiasNuevas è lo sviluppo di competenze e strutture per la crescita di aziende familiari nei settori dell’agricoltura e della produzione energetica. Tali aziende opereranno seguendo i principi di agroecologia, in armonia con l’ambiente naturale circostante anche grazie alla riconversione energetica. 

Saranno dunque ideati e realizzati sia corsi di agroecologia rivolti ai piccoli agricoltori locali che corsi riguardanti la produzione solare di energia pensati per studenti universitari e piccoli agricoltori.

In primo luogo, le attività saranno destinate a donne, giovani e comunità indigene della sub regione di Abades nel dipartimento del Nariňo. 

Gradita l’esperienza pregressa, fondamentali la capacità di coordinamento, nonché di lettura e interpretazione del contesto in cui si svolge il progetto e di adattamento alle diverse situazioni. Trattandosi poi di realtà multiculturali sono imprescindibili flessibilità e apertura all’Altro.

Per proporre la tua candidatura invia il curriculum a risorseumane@oikosonlus.net

Filed Under: Colombia, News, Sud America Tagged With: Colombia, cooperazione internazionale, Economia nuevas, posizione aperta

Oikos torna in Colombia con “Economias nuevas”

Gennaio 10, 2022

Affonda le radici nel 2015 il legame stretto tra Oikos onlus e la Colombia. È infatti in quell’anno che avviammo, nel dipartimento del Nariňo, il primo progetto di Cooperazione allo sviluppo al fianco dell’Isais, Instituto Sur Alexander Von Humboldt. Ne seguirono altri, tutti all’insegna della centralità dell’ascolto delle popolazioni locali e delle loro necessità, dello sviluppo sostenibile delle comunità e del sostegno ai diritti umani e della parità di genere.

Quel legame oggi si rinnova grazie a Economias nuevas.

L’obiettivo dell’iniziativa – che si articolerà in due anni di lavoro – è lo sviluppo di competenze e strutture per la crescita di aziende familiari nei settori dell’agricoltura e della produzione energetica. Tali aziende opereranno seguendo i principi di agroecologia, in armonia con l’ambiente naturale circostante anche grazie alla riconversione energetica. 

In primo luogo, le attività saranno destinate a donne, giovani e comunità indigene della sub regione di Abades nel dipartimento del Nariňo. 

Come sempre i progetti non sono “a senso unico”, ma hanno delle azioni che riguardano il Friuli, in primo luogo la sensibilizzazione della cittadinanza sui temi della Cooperazione allo Sviluppo. Non solo. Cinque ragazzi residenti in regione avranno la possibilità di vivere l’esperienza di un mese di volontariato nell’ambito del progetto, misurarsi quindi in prima persona con la Cooperazione allo sviluppo. Un’esperienza arricchente e straordinaria che consente di guardare al mondo con occhi nuovi. Nei prossimi giorni seguiranno ulteriori notizie e approfondimenti.

Economias Nuevas ha ottenuto il finanziamento dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Programmazione 2019-2023 della legge regionale 19/2000 ed è sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.

Filed Under: News Tagged With: Colombia, cooperazioneallo sviluppo, Economias nuevas, Regione FVG

Verità e giustizia per Mario Paciolla e per la Colombia

Marzo 28, 2021

Oggi – domenica 28 marzo – Mario Paciolla avrebbe compiuto 34 anni. Invece la sua vita si è conclusa in Colombia il 15 luglio 2020 in una drammatica vicenda ancora tutta da chiarire, in un primo momento la sua morte, infatti, era stata camuffata da suicidio, ma le evidenze sono ben altre.

Avevamo da poco concordato con il nostro partner in Colombia di intestare una sezione del nuovo «Centro per la Pace e Buen Vivir» di Samaniego (costruito grazie ai progetti di cooperazione di OIKOS), nel Sud del Paese, alla memoria di Giulio Regeni, quando, pochi giorni dopo, arrivò la notizia della tragica scomparsa di Mario Paciolla, quasi ad unire i due nomi e le due storie ci fosse un invisibile filo e doloroso rosso. Ancora una volta dunque – dopo l’uccisione di Giulio Regeni – l’Italia si trova a chiedere memoria e giustizia per uno dei suoi giovani impegnati all’estero, Paciolla lavorava infatti in Colombia, a San Vincente del Caguàn, come osservatore Onu per il rispetto degli Accordi di Pace. 

A stupire e addolorare è la posizione delle Nazioni Unite che come ha evidenziato nei giorni scorsi Erasmo Palazzotto, deputato di LeU e presidente della Commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, a otto mesi dalla sua tragica morte ha «scelto di non collaborare proattivamente con i legali della famiglia di Mario Paciolla, non condividendo tutte le informazioni preziose di cui l’agenzia dispone».

È infatti necessario e prioritario fare chiarezza sul lavoro svolto dal cooperante italiano nei giorni precedenti alla sua morte e sugli accadimenti che hanno preceduto il suo tentativo di ritornare in Italia (aveva già comprato il biglietto di rientro, sarebbe dovuto partire di lì a cinque giorni), elementi che possono contribuire a ricostruire la vicenda. Pare infatti che Paciolla non si fidasse più nemmeno dei suoi colleghi.

Verità anche per la Colombia

Restituire verità e giustizia per Mario Paciolla significa farlo anche nei confronti di un Paese segnato da decenni di conflitti e in cui gli Accordi di Pace – firmati nel 2016 dallo Stato con le Farc (OIKOS da anni sta sostenendo il difficile processo di pace nel Sud del Paese) e nei quali tanta fiducia era stata riposta – sono ora in una fase di stallo.

Basti pensare che secondo Indepaz (Instituto de Estudios para el Desarrollo y la Paz), nel 2020 si sono registrati 91 massacri, per un totale di 381 vittime, e sono stati assassinati 310 leader sociali e 64 ex combattenti. Un bagno di sangue che non è cessato in questi primi mesi del 2021, durante i quali i leader  sociali uccisi risultano già 29 e i massacri 16. E proprio al “genocidio politico” in Colombia è stata dedicata la 48ma sessione del Tribunale permanente dei popoli che si è conclusa proprio ieri.

Oikos lavora in Colombia da 6 anni, consapevole di operare per un Paese e un Popolo dalle potenzialità straordinarie. «Noi di OIKOS – sottolinea il presidente, Giovanni Tonutti – continueremo a dare il nostro contributo, in questo momento lo stiamo facendo attraverso un progetto per lo sviluppo del Turismo sostenibile, mossi dalla certezza che la crescita delle comunità e la loro emancipazione economica siano la migliore delle armi contro la violenza. Continuiamo quindi a lavorare per rafforzare le comunità locali, in particolare le più vulnerabili, come le comunità dei piccoli agricoltori, le associazioni delle vittime del conflitto e le comunità indigene».

L’appuntamento

Stasera alle 18 sul sito e i social di «Imbavagliati» (Festival Internazionale di Giornalismo Civile), sarà trasmesso in streaming un ricordo, nel giorno del suo compleanno, di Mario Paciolla, cui aderiscono anche la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, Articolo21.

Per saperne di più ecco alcuni consigli di lettura

Intervista coi genitori di Mario Paciolla – Il Manifesto 

Chi era Mario Paciolla – Valigia blu

Le incognite sulla morte – Il fatto quotidiano

La violenza dell’esercito riporta indietro la Colombia – Internazionale 

Doppia crisi in Colombia – Internazionale

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