Lo scorso febbraio alcuni membri del Consiglio Direttivo, associati e membri dello staff di OIKOS atterrarono in Colombia per l’avvio del Progetto Dupla Pàz, guidati dal mitico Giovanni Tonutti.
Racconteremo in tre puntate il resoconto e le impressioni di questo viaggio sud americano.
“Bogotà, 4 febbraio 2016. Sono le 18.00 ora locale quando le porte scorrevoli di accesso alla grande hall dell’aeroporto della capitale colombiana si aprono e dall’altra parte vedo Harold.
Erano quasi 10 anni che non ci incontravamo. 10 anni di scambi via mail, skype, telefonate, social media e ora finalmente è arrivato il momento del tanto sospirato abbraccio. Sono sinceramente emozionato, lo guardo e trovo in un lampo la sintonia con cui ci eravamo salutati a Porto Alegre nel 2006, quando entrambi avevamo partecipato al meeting internazionale sul bilancio partecipativo.
Il destino ha voluto che lui la sua politica partecipativa nella sua città l’ha realizzata, a Udine nessuno dei bei propositi del tempo è stato realizzato. Una classe politica “provincialotta” e prevedibile ha negli anni fatto carta straccia di tutta l’esperienza di apprendimento delle prassi di partecipazione democratica imparate dalle importanti esperienze latinoamericane. E quella di Samaniego, piccola città della provincia colombiana del Narino, è sempre stata una delle esperienze in assoluto più significative in termini di partecipazione popolare e di risultati concreti cui la stessa ha portato. Harold è stato sindaco di questo gioiellino urbano incastonato fra le Ande ai confini con l’Ecuador, che fra il 2004 e il 2007 è diventata l’unica città colombiana in stato di pace. Quando l’ho conosciuto era sindaco e all’età di 36 anni era già stato rapito 6 volte dai diversi gruppi armati che hanno insanguinato la Colombia negli ultimi 50 anni. Ora dirige una ONG con sede a Pasto (la vicina capitale del Narino) e Samaniego e si occupa di progetti di sviluppo economico e sociale, sempre vicino a chi soffre, sempre vicino a chi resiste … nonostante tutto.
La luce negli occhi di Harold è la stessa di 10 anni fa, anche questa volta basta uno sguardo per capire che ci saremmo nuovamente capiti e intesi. Ha fatto 800 km per venire ad accoglierci in aeroporto, ha fatto 800 km per dirci BENVENUTI e accompagnarci nella notte sconosciuta di Bogotà (mostro urbano di 8 milioni di persone che dimorano a 2500 metri sul livello del mare).
Passiamo una mezza giornata a Bogotà e al pomeriggio prendiamo un volo per Pasto. Si atterra in mezzo alle Ande, lo spettacolo è mozzafiato e il verde è dell’intensità tipica del paesaggio pluviale latinoamericano. Harold ci fa scendere dall’aereo e ci presenta un po’ di persone, fra cui la sua splendida figlia Karol Estefania, 21 anni, laureanda in medicina e animata da un rapporto di tale fiducia ed empatia con il padre che spero anche io sarò in grado di far crescere con mia figlia Luisa. Guardo con grande ammirazione il feeling e la stima reciproca che caratterizza il rapporto fra Harold e Karol. Passano un paio di minuti e veniamo presentati a un po’ di altre persone del comitato di accoglienza. Primo fra tutti lo storico autista di fiducia di Harold, Jaimes.
In questa avventura la delegazione di OIKOS è ben nutrita e assortita. Io, Chiara (colonna portante dello staff di Oikos) e Tiziana (del consiglio direttivo dell’associazione) siamo accompagnati da Laura e Ferdinando, curiosi e animati come al solito da un’elegante discrezione, venuti in ascolto qui sulle Ande, nel “rincon” più remoto della Colombia.