Con la fine di agosto si è concluso anche il primo corso di formazione previsto dal progetto Cooperfrutta realizzato in collaborazione con l’ente di formazione Sebrae. Il Corso di Cultura della Cooperazione, rivolto a tutti cooperati della Coopar che forniranno la frutta al futuro laboratorio, è stato un importante momento non solo di formazione ma anche di riflessione e di incontro. I cooperati sono arrivati anche dagli assentamentos più lontani e dai paesi vicini e hanno collaborato con serietà ed impegno.
La formatrice, una psicologa esperta, ha guidato il nostro gruppo attraverso una serie di attività e riflessioni che ci hanno rafforzato come persone e come gruppo. Fino a capire che quando tentiamo di rompere uno stecco di legno da solo questo si rompe facilmente, ma se gli stecchi sono parecchi, allora romperli diventa quasi impossibile. Lo abbiamo provato.
Con questa immagine negli occhi e con quella del gruppo di cooperati uniti e sorridenti, capisco che questo progetto non potrà mai fallire.
Perchè, come abbiamo imparato, da soli si va più veloce, ma tutti assieme arriviamo molto più lontano.
Festa da Colheita 2011… Di come i germogli possono cambiare il mondo.
“Ha de cuidar do broto, pra qua a vida nos dé flores e frutos”
Ovvero, bisogna prendersi cura del germoglio affinché la vita ci dia fiori e frutti.
Questo è stato il motto che è campeggiato su tutti i manifesti distribuiti in giro per la città e sulle magliette stampate per sponsorizzare l’annuale Festa da Colheita. La festa del raccolto, viene celebrata ogni anno nel mese di giugno in concomitanza con le antichissime feste che in quasi tutto il Brasile tradizionalmente festeggiano il raccolto del mais. Per l’occasione si cucinano piatti a base di granturco e di sera si ballano quadrilhas attorno a tre grandi fuochi, uno per ogni Santo del mese di giugno, Sant’Antonio, San Pietro e San Giovanni.
Ma la Festa da Colheita ha un significato più amplio. E’ una celebrazione della vita contadina, e una celebrazione soprattutto di coloro i quali hanno lottato duramente per difenderla, per difendere la terra e la sua libertà.
Organizzata dalla Diocesi di Goias, dall’Incra (Instituto Nacional de Colonização e Reforma Agrária) e dalla Commissione Pastorale della Terra, è un momento importante per tutta la comunità locale.
Quest’anno inoltre la Festa da Colheita celebrava anche i 25 anni della fondazione dell’assentamento Mosquito e i 23 anni dell’assentamento São João do Bugre, i primi dello Stato del Goias, sorti in un momento emblematico della politica nazionale e della lotta per la terra.
Era l’inizio del 1985, un anno importante per il Brasile: la fine del Regime Militare e la creazione dell’Unione Democratica Ruralista, il primo Piano Nazionale per la Riforma Agraria e le prime elezioni presidenziali dirette dal 1964. Insomma, un anno di grandi subbugli che si ripercuotevano anche sugli strati più umili della popolazione. Un vento di libertà e giustizia infuocava l’aria e spingeva la gente a grandi azioni. L’occupazione della fazenda Mosquito, nel maggio del 1985, a cui seguì la creazione dell’assentamento nell’ottobre dell’anno seguente, diede inizio alla Riforma Agraria nello Stato di Goias. Fu la prima occupazione condotta coi modi che conosciamo oggi. All’epoca non esisteva ancora il MST (Movimento dos Trabalhadores Sem Terra) e l’intera azione fu coordinata in primo luogo dalla Diocesi di Goias con il suo straordinario vescovo Don Tomas Balduino. Dopo essere stati ripetutamente sfrattati, una trentina circa di famiglie provenienti dalla zona si accamparono di fronte al Municipio di Goias. Ci furono nuove occupazioni, a cui seguirono nuovi sgomberi spesso accompagnati da ondate di violenza. Ma i contadini erano decisi, il processo di liberazione della terra era iniziato e non si sarebbe più potuti tornare indietro. Come si sa, è molto difficile spegnere una miccia una volta innescata. Il movimento aumentò talmente tanto che quello stesso anno l’Incra fu costretto a iniziare il processo per la creazione dell’assentamento Mosquito, che all’epoca contava 43 famiglie di contadini senza terra, il primo istituito dall’Incra nello Stato. Oggi il municipio di Goias ostenta il titolo di municipio con la maggior concentrazione di assentamentos del Paese.
Insomma, una storia fatta di lacrime e sangue, ma anche di tenacia e speranza ed è questo che la Festa da Colheita vuole ricordare. Molti hanno percorso parecchi chilometri di strada sterrata per raggiungere la festa, molti sono arrivati presto per dare una mano e se ne sono andati via tardi, molti hanno portato i frutti migliori del loro raccolto per farli benedire, perché in fondo era la loro festa.
Ci siamo radunati tutti sotto un tendone da circo in mezzo alla polvere, qualche tucano in volo, il Cerrado davanti agli occhi. Tutto il giorno si sono susseguiti eventi, celebrazioni, intrattenimenti, discorsi, interrotti spesso dal grido “W la Riforma Agraria!”.
Durante la giornata sono stati consegnati i premi “Don Tomas Balduino” a tutti coloro che si sono distinti per l’impegno nella lotta per la riforma agraria, i diritti umani e l’ambiente. Un momento particolarmente importante che mi ha colmato d’orgoglio. Quando hanno annunciato che, accanto alle varie personalità e istituzioni come il Fórum Goiano de Reforma Agrária e Justiça no Campo, la Central Única dos Trabalhadores rurais di Goiás, il Movimento Sindical, il corso speciale di Diritto Agrario dell’Università Federale di Goias per beneficiari della Riforma Agraria, a ricevere il premio, direttamente dalle mani di Don Tomas Balduino, sarebbe stata la EFAGO, la Escola Familia Agrícola de Goiás, sostenuta da Oikos nel 2008, ho pensato che la passione e l’impegno con cui è stato sostenuto questo piccolo germoglio sono stati ben ricompensati. Insomma, magari a qualcuno parrà poco ma se c’è una cosa che ho imparato è stato proprio il credere nel valore dei piccoli eventi. Qui tutti, dai contadini ai sacerdoti, credono nel potere delle proprie azioni e credono che se le cose non vanno come vorresti, allora sei tu a dover fare la differenza. O almeno provarci. Questa consapevolezza noi la stiamo perdendo, scivolando spesso in una pigra e pericolosa rassegnazione. Ci diciamo “Sì, vabbè, tanto non cambia niente!” e diciamo la più grande bugia. Cambia. Se non fosse così tutta quella gente non si riunirebbe per festeggiare, ogni anno per 25 anni, la loro vittoria su un sistema che sembrava impossibile da smantellare. Ovviamente senza illusioni e luoghi comuni, senza mitizzare una retorica della resistenza che lascia il tempo che trova ma guardando a quello che è riuscito a fare un gruppo di contadini, per lo più analfabeti, contando solo sulla propria determinazione e tenacia.
Questa magari è solo una parte della storia ma è una parte importante, forse ora la gente non combatte più con la stessa fermezza di una volta ma quello che è importante è che non hanno mai smesso di crederci.
Questo è quello che ho visto e respirato alla Festa da Colheita, che va oltre lo sfoggiare l’abito della festa e lo sgolarsi cantando inni alla riforma agraria. Ho visto i visi della gente, di tutta la gente presente, anziani e ragazzini, commuoversi al ricordo delle sofferenze patite dai primi assentados, li ho visti infervorarsi ascoltando le parole di Don Tomas Balduino che è ora anziano ma che riesce a trasmettere un’energia che ancora scuote le folle. Ho visto una Chiesa attiva e vicina alla gente, una Chiesa che non è fatta solo di parole, ma che scende dall’altare e si schiera dalla parte dei pequeninos, che lascia da parte i dogmi ed è pronta ad abbracciare il vero sacrificio, anche a costo della vita a volte.
Come dice un detto africano più volte ripetuto durante la festa “Persone semplici, che fanno cose piccole in luoghi poco importanti raggiungono cambiamenti straordinari”. E li raggiungono davvero.
COOPERFRUTTA. Inizia l’avventura!
E’ quasi un mese che sono in Brasile e mi sento a casa. Veramente. Dal primo momento in cui sono arrivata, stanca e un po’ spaesata, alla Rodoviaria di Goias, ho sentito che questo paese mi abbracciava con un affetto e un calore che mai mi sarei aspettata. I primi giorni li ho passati a scoprire questo gioiellino patrimonio dell’UNESCO, a conoscere le persone, a riconoscerne i sorrisi e farmi conoscere. La gente sapeva chi fossi ancora prima che arrivassi, come è giusto che sia in un paesino tanto piccolo, e mi hanno accolto con un’intensità che riempie il cuore e che non mi ha mai fatto sentire saudade di casa.
Ogni volta che dico a qualcuno che lavoro per Oikos, tutti sorridono con piacere, dicendo “Ah, Oikos! Fanno così tanto per noi!” e questo mi riempie davvero d’orgoglio perché vedo che tutto quello che è stato fatto in questi anni dalla nostra piccola ONG, tutti i semi che sono stati piantati, adesso sono fioriti e cresciuti, e i frutti prodotti non vanno sprecati. E penso che questo sia il miglior riconoscimento per chi lavora con passione nel campo della solidarietà, sapere che le cose fatte non sono andate perse nel vento, ma si sono radicate e hanno avuto davvero un senso. Insomma, le parole solidarietà e cooperazione che portiamo nel nome, qui non sono più soltanto parole, ma diventano realtà, diventano azioni quotidiane, diventano pietra.
Insomma, è ora di piantare un altro semino in questa terra feconda. Il progetto Cooperfrutta sta prendendo forma. Con l’entusiasmo di tutti, con la partecipazione e la speranza. La realizzazione di questo laboratorio di polpa di frutta nella Serra Dourada vuol dire molto per la gente di qui. Vuol dire che tutti gli sforzi fatti per restare legati alla propria terra, per dimostrare che la fuga alla città non è l’unica prospettiva possibile, per crescere non sono stati vani. La piccola realtà darà lavoro all’inizio a tre giovani, ex studenti della scuola-famiglia di Goias, realizzata con l’aiuto di Oikos, che molto probabilmente per lavorare si sarebbero dovuti spostare in città. Forse vuol dire poco per noi, ma certamente vuol dire molto per loro. Per questo la gente di qui nutre molte speranze e collabora con tanto entusiasmo al progetto. Perché questo laboratorio è una vittoria.
Vi aggiorno un po’ sull’andamento delle cose qui.
Fino a questo momento abbiamo lavorato su due linee principali, l’inizio dei lavori di ristrutturazione e la scelta dei ragazzi che seguiranno la formazione e che lavoreranno alla fabbrica.
I primi di luglio inizieranno i lavori di ristrutturazione dell’edificio che diventerà il laboratorio di polpa e succhi di frutta. Durante la mia prima visita alla struttura, adocchiando da lontano il rudere, le pareti ammuffite, il pavimento sconnesso, le piante infestanti che lo ricoprivano, mi sono detta che forse la strada sarà molto più lunga e impervia di quanto pensassi. Ma poi ho sentito Antonio, che mi accompagnava, dire “Come sarà bello! Qui ci saranno le macchine, qui il pastorizzatore…” e allora l’ho guardato con i suoi occhi e l’ho visto, un laboratorio bellissimo e funzionante. Ci crediamo tutti talmente tanto che non potrà non essere così! L’ingegnere che seguirà i lavori prevede di riuscire a terminare la ristrutturazione in 70 giorni, neanche tanto quanto mi aspettassi…
Nel frattempo abbiamo scelto i tre ragazzi che formeranno la prima equipe di lavoro e che cominceranno la formazione sia teorica che pratica. Presto ve li farò conoscere! Oltre ai tre ragazzi seguiranno la formazione anche due volontari della cooperativa agricola, che in caso di necessità saranno in grado di subentrare nel lavoro alla fabbrica. Non è una scelta scontata la loro, dovranno lasciare il loro lavoro ai campi e rimettersi in gioco sui banchi di scuola, ma ci credono talmente tanto che sono disposti a fare dei sacrifici pur di garantire l’andamento del progetto. Se non è passione questa…
Questi mesi saranno per noi a Goias un periodo intenso, dedicato allo studio e al lavoro, ma l’entusiasmo non ci manca. Aspettatevi altre buone notizie!
Un abbraccio a tutti dal Brasile!
Ecco la nuova cooperante di Oikos
Eccomi, sono io, la nuova cooperante di Oikos!
Mi chiamo Chiara, 27 anni ancora per poco, in partenza per Goias tra pochissimi giorni! Piemontese d’origine ma cresciuta in Friuli, sulle rive del Tagliamento, una famiglia calorosa e un piccolo paese dove cui tornare sempre. Estati passate in camper sulle strade d’Europa, strade che fanno crescere e viaggi che insegnano molto. Dopo alcuni anni (troppo pochi) immersa felicemente nella magia di Venezia, tra biblioteche e canali,un taccuino sempre in borsa per raccogliere i pensieri, riemergo con una Laurea in Lingue e Letterature Europee Americane e Postcoloniali e una voglia scalpitante di vedere il mondo.
Passioni tante, certezze nessuna. Il mio quotidiano è semplice, fatto dell’amore per i libri, la mia famiglia e gli amici, i dolci fatti e mangiati, le mongolfiere, le parole, il teatro e i mercati, la fotografia, i giardini nascosti, la letteratura inglese, le risate e i segreti. E un amore viscerale per Venezia, ovviamente.
Venezia è porto di mare, crocevia di culture, e spinge ad andar per il mondo su rotte nuove e non poteva che ispirare chi, come me, i viaggi li ha sempre avuti nel sangue. Per sei mesi ho vissuto in Cambogia, un’esperienza di vita unica, un addentrarsi continuo in una realtà così diversa che fa diverso anche il paesaggio interiore.
La mia storia con Oikos inizia per caso ma è da subito travolgente. Cooperazione e Soliderietà sono due punti fermi che condividiamo e che guidano le nostre scelte. Ed eccomi qua, con la valigia di nuovo pronta, ad annusare l’aria che sa di frutta e di Brasile, con la voglia di incontrare un mondo nuovo, inseguendo il miraggio che, con le nostre azioni, si possa davvero creare un mondo più giusto. E io ai miraggi ci credo. Come recita quella poesia di Henri Desroches che mi ripeto spesso “Nessuna strada ha mai condotto nessuna carovana fino a raggiungere il suo miraggio, ma solo i miraggi hanno messo in moto le carovane”.
Il resto ve lo racconterò strada facendo…
Io parto… Auguratemi buon viaggio!
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