OIKOS ONLUS

Organization for International KOoperation and Solidarity

  • Home
  • CHI SIAMO
    • DIRETTIVO
    • STAFF
    • STATUTO
    • CODICE ETICO
    • TRASPARENZA
    • I NOSTRI PARTNER
    • CONTATTA OIKOS!
  • COSA FACCIAMO
    • OIKOS NEL MONDO
    • COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
    • MOBILITÀ INTERNAZIONALE
      • MORE QUALITI
      • SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO
      • CAMPI DI VOLONTARIATO INTERNAZIONALE
    • PROGETTI EUROPEI
      • Progetto BEST – Un progetto di imprenditoria per cittadini di paesi terzi
      • Progetto INT HOSTEL
    • FORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE
    • ACCOGLIENZA
    • GIOVANI
  • COSA PUOI FARE TU
    • ASSOCIATI ORA
    • ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
    • 5XMILLE
    • AZIENDE
    • ADOTTA LA COMUNITA’ DI BAMBINI DI KIMBONDO
    • SOSTIENI A DISTANZA LA COMUNITA’ DI SAMANIEGO
  • News
    • GALLERIA FOTO
  • DONA ORA
You are here: Home / Search for "progetto espor"

Search Results for: progetto espor

Progetto ESPOR – dall’analisi delle competenze al supporto nell’inserimento lavorativo dei migranti

Ottobre 28, 2019

Progetto ESPOR . Rafforzare le competenze per riqualificarsi a livello professionale.

Oggi tutto ciò è possibile anche per migranti e richiedenti asilo grazie al supporto di un progetto che mira ad ottimizzare e accellerare il processo di inserimento lavorativo degli stessi.

Innanzitutto, il progetto ESPOR – European Skills Portfolio for Refugees –  realizzato grazie ai fondi  FAMI nasce come ideale prosecuzione del progetto ESPaR – European Skills Passport for Refugees  (2016-2018).

E’ infatti all’interno del progetto ESPaR  che è stato creato e sperimentato un modello di “bilancio delle competenze” studiato appositamente per richiedenti asilo e rifugiati politici.

Il progetto ESPOR vede come capofila la prestigiosa Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e diversi partners italiani ed europei.

Inoltre, prevede la concertazione e l’ampliamento degli attori coinvolti nell’accoglienza e nell’integrazione lavorativa dei richiedenti asilo, in ambito regionale e nazionale.

Pertanto, il progetto ESPOR permette di sperimentare un percorso di Bilancio di competenze (BdC) per aumentare, nell’ambito del sistema dell’accoglienza, l’efficacia delle attività di Supporto all’Inserimento Lavorativo (SIL) dei migranti.

A tale scopo sono state individuate le seguenti attività di supporto:

  • corsi di riqualificazione professionale
  • organizzazione di tirocini
  • validazione o certificazione delle competenze
  • riconoscimento della qualifica
  • ricerca attiva del lavoro
  • inserimento lavorativo mediato

http://espresso.repubblica.it/polopoly_fs/1.228991.1441896333!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/articolo_648/image.jpg

Ricapitolando, obiettivo del progetto ESPOR è: accellerare e ottimizzare il processo di inserimento lavorativo dei migranti.

In questo modo, tale processo consentirebbe di ridurre i tempi di permanenza nelle strutture di accoglienza.

E di conseguenza agevolerebbe l’integrazione nella nazione ospitante.

Spesso, le attività di supporto alla ricerche lavorative non si  sono dimostrate adeguate alle competenze e alle potenzialità del migrante.

Inoltre, tali attività non sono risultate pertinenti rispetto alle reali opportunità ed esigenze del mercato del lavoro italiano.

Ad oggi, i progetti di orientamento per questo specifico target hanno rivelato due limiti:

una scarsa competenza alla consulenza di carriera interculturale

la mancanza di una durata sufficiente

Pertanto, il progetto ESPOR ha l’obiettivo di superare questi limiti.

Contemporaneamente il progetto desidera sperimentare la propria complementarietà rispetto ad altri strumenti europei di raccolta dati relativi alla professionalità dei migranti. Primo fra tutti l’EU Skills Profile Tool for Third Country Nationals.

Quali sono le caratteristiche del progetto ESPOR?

L’attuale progetto ESPOR si caratterizza per:

  • un focus sulla sostenibilità del modello individuando quello più adeguato  tra le risorse economiche disponibili e i servizi già esistenti a livello regionale e nazionale
  • la formazione di un maggior numero di operatori, finalizzata a creare un team di addetti all’accoglienza  con competenze specifiche nell’utilizzo del modello adottato
  • la sperimentazione di percorsi più ampi quali tirocini e riqualificazione professionale
  • la valutazione dell’efficacia del modello sul beneficiario finale in termini di maggiore occupabilità

Quali sono i raggi d’azione del Progetto ESPOR?

Sono cinque le azioni individuate dal progetto:

SOSTENIBILITA’

Sono stati disposti appositi Tavoli di lavoro, 5 regionali e 1 nazionale, per riunire periodicamente tutti gli stakeholder coinvolti nell’integrazione dei richiedenti asilo: istituzioni pubbliche, associazioni di categoria, enti del terzo settore.

I Tavoli di lavoro debbono agire contemporaneamente su due livelli:

  1. uno tecnico, al fine di individuare le modalità migliori per applicare il progetto ESPOR all’interno dei canali e risorse esistenti
  2. uno politico, per esplorare nuove opportunità di reperimento di dispositivi ad hoc

Alla fine, gli esiti del lavoro di concertazione dei singoli tavoli saranno raccolti in apposite linee guida, da presentare e distribuire gratuitamente agli operatori del settore.

FORMAZIONE

La qualità dei risultati del progetto ESPOR dipende fortemente dal modello ma anche dalla competenza di chi lo applica.

L’azione prevede dunque la conduzione di più interventi di formazione rivolti a 50 operatori di 5 regioni raggruppati in altrettanti classi.

Due le fasi di formazione prevista dal progetto:

formazione d’aula per fornire i fondamenti teorici relativi alla consulenza di carriera di immigrati e per sperimentare le singole attività che compongono il percorso del bilancio di competenze

formazione di coaching a distanza, durante le quali verranno condivise esperienze, problematiche e soluzioni

SPERIMENTAZIONE

La fase di sperimentazione prevede l’attivazione di 50 gruppi di 10 migranti, che coinvolgeranno quindi 500 destinatari finali.

La sperimentazione consisterà nella conduzione del Bilancio di competenze secondo il modello ESPOR grazie al quale sarà possibile identificare l’intervento più idoneo per la singola persona.

Tra le opportunità fornite dal progetto ESPOR :

tirocini

corsi di riqualificazione professionale

percorsi mirati di supporto all’inserimento lavorativo

procedure di certificazione delle competenze o altro.

EFFICACIA

Un team di ricercatori si occuperà di progettare strumenti di valutazione dell’efficacia dei percorsi.

Destinatari di tale valutazione, oltre ai migranti stessi,  sono gli operatori, i datori di lavoro o i formatori che prendono in carico i partecipanti nella seconda fase della sperimentazione.

INTERNAZIONALIZZAZIONE

La promozione del modello presso altri Stati Membri è iniziato grazie al precedente progetto. Infatti i Soggetti Esteri Aderenti (ES, FR, DE e UK) lo hanno presentato ai loro stakeholder raccogliendo importanti feedback in termini di interesse.

Infatti, sul sito www.refujob.eu è già possibile scaricare il manuale, oltre che in italiano, nelle lingue delle nazioni precedentemente citate.

In  Oikos Onlus siamo pronti ad affrontare questa sfida!

Come sempre vi terremo aggiornati.

Il progetto si concluderà in agosto 2021

 

Progetto ESPoR – European Skills Portfolio for Refugees – Avviso pubblico per la presentazione di progetti finanziati dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione 2014-2020  OS 2 “Integrazione/Migrazione legale” – ON. 3 Capacity Bulding – lett. m) Scambio di buone pratiche Inclusione sociale ed economica SM_ CUP J41g18000090005

 

 

 

Filed Under: News

«Il lavoro chiama, chi risponde?»: il webinar per fare il punto sui progetti BEST e ESPoR

Novembre 18, 2020

Da sempre a Oikos onlus riteniamo indispensabile, accanto all’operatività che ci contraddistingue, aprire spazi di confronto e riflessione per far germogliare, a partire dall’esperienza sul campo, innovazione sociale. Un’abitudine questa che rinnoviamo giovedì 26 novembre dalle 9.15 con il webinar dal titolo «Il lavoro chiama, chi risponde?». Faremo il punto sul progetto BEST e sul progetto ESPoR  (realizzati grazie ai fondi  FAMI) attraverso una tavola rotonda articolata in due panel e che avrà per protagonisti i rappresentanti delle istituzioni, enti di formazione, università e mondo produttivo.

 

I due panel

Nel primo – «Chi orientare e come farlo? | Il progetto ESPoR» – tratteremo il tema dell’orientamento e dell’inserimento formativo e lavorativo alla prova dell’aggiornamento richiesto dal mercato del lavoro e dalle diverse età e provenienze professionali e culturali della forza lavoro.

Il secondo panel – «Competenze per un’economia solidale e innovativa | Il progetto BEST» – concentreremo l’attenzione su quali competenze vadano valorizzate di fronte al cambiamento epocale del mercato del lavoro, ma anche in relazione alle diverse provenienze professionali e culturali della forza lavoro e su quali invece puntare per innovare il mercato del lavoro al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta.

L’iniziativa gode del patrocinio dell’Università degli Studi di Udine e del Comune di Fagagna.

 

Il programma 

Ecco il programma dettagliato dell’evento:

Panel 1 | 9.15 >11.15

CHI ORIENTARE E COME FARLO? | IL PROGETTO ESPoR

ALESSIA ROSOLEN | Assessora al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia Regione FVG 

DANIELE CHIARVESIO | Sindaco di Fagagna 

KETTY SEGATTI | Direzione Lavoro-Formazione professionale Regione FVG

RENATA PURPURA | Direttore Progettazione e Sviluppo Civiform 

MARZIA PERESSON e CLAUDIA SIGNOR | Servizio sociale Ambito territoriale Collinare

GIOVANNA D’ISEPPI e ANDREA ROSSI | Agenzia sociale Co.Ge.S Don Milani (Venezia)

 

Panel 2 | 11.15 > 13.15

COMPETENZE PER UN’ECONOMIA SOLIDALE E INNOVATIVA | IL PROGETTO BEST

MASSIMO MORETUZZO | Consigliere regionale 

SANDRO BELLO | Vice Sindaco di Fagagna 

CLAUDIA BARACCHINI | Friuli Innovazione 

VALERIA FILÌ | Università degli Studi di Udine

PAOLA BENINI | Confcooperative Udine

ENRICO TODESCO | Presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato-Imprese Udine

ANDREA GIACOMELLI | Enaip FVG

A  conclusione dei due panel Samuel Collino e Egidio Palmieri dell’Università degli Studi di Udine consegnano i diplomi ai corsisti della terza edizione per percorso formativo del progetto BEST.

Moderano i panel Anna Paola Peratoner e Federica Riva, Oikos onlus 

La tavola rotonda si terrà on line sulla piattaforma Zoom e sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook di Oikos onlus.

Evento formativo accreditato dall’Ordine degli Assistenti sociali

Filed Under: News, Progetto Best Tagged With: cittadini di paesi terzi, imprenditoria a impatto sociale, innovazione sociale, lavoro, Progetto Best, progetto ESPOR

L’integrazione attraverso il lavoro. Prima Tavola Rotonda Progetto Best

Dicembre 11, 2019

Venerdi’ 6 Dicembre  presso la Sala Pasolini del Palazzo della Regione a Udine si è svolta la prima Tavola Rotonda nell’ambito del progetto BEST.

Tema “L’integrazione attraverso il lavoro. Dai fabbisogni alle idee”.

La Tavola Rotonda “L’integrazione attraverso il lavoro” è stato un momento di discussione e confronto sul tema complesso dell’integrazione dei cittadini dei paesi terzi nel mondo del lavoro.

La Tavola Rotonda è stato il passaggio successivo e naturale al Business Brunch organizzato il 14 Novembre 2019 da Oikos Onlus  presso Lino’s & Co, spazio di co-working orientato alla creatività.

Momenti di confronto – Business Brunch presso Lino’s & Co.

Il Business Brunch è stato il primo passo verso la sensibilizzazione e la divulgazione dei temi cari al progetto BEST.

Primo fra tutti:  aumentare la consapevolezza e la sensibilizzazione sull’uso di strumenti più efficaci per integrare i cittadini dei paesi terzi nel mercato del lavoro.

É proprio dalla riflessione condivisa e dagli spunti nati in questa occasione che nasce l’idea di una Tavola Rotonda sul tema “L’integrazione attraverso il lavoro. Dai fabbisogni alle idee”.

Locandina di presentazione della Tavola Rotonda. Programma e Relatori.

Spunto di partenza per la Tavola Rotonda: i progetti Fami ESPoR e BEST. Entrambi vedono Oikos Onlus direttamente coinvolto in qualità di partner operativo e tecnico, grazie all’expertise acquisita nella gestione di cittadini di paesi terzi.

Il filo conduttore che lega i progetti Fami è la necessità di creare modelli innovativi di “orientamento” (ESPoR) e di “inserimento” (BEST) applicabili a chiunque, italiano o straniero, abbia difficoltà a districarsi nella complessa rete del mondo lavorativo.

Obiettivi comune dei progetti Fami ESPoR e BEST:

  • rafforzare le competenze e le capacità individuali per trasformare un’idea in progetto concreto
  • fornire gli strumenti e le tecniche necessarie affinchè il singolo individuo possa muoversi con maggior consapevolezza nel mondo del lavoro
  • creare un know-how da trasferire a formatori esterni e partners istituzionali
  • sviluppare una metodologia ad hoc da applicare ai percorsi formativi.

Nello specifico, il progetto ESPoR permette di sperimentare un percorso di Bilancio di competenze (BdC) per aumentare, nell’ambito del sistema dell’accoglienza, l’efficacia delle attività di Supporto all’Inserimento Lavorativo (SIL) dei migranti.

Il Progetto BEST  permette di rafforzare le competenze e le capacità individuali dei cittadini dei paesi terzi che si trovano nel nostro paese e vorrebbero intraprendere un’attività autonoma e a impatto sociale.

Momenti del primo intervento “Come orientare nel mercato del lavoro”.

La Tavola Rotonda si è svolta di fronte ad una platea attenta ed interessata e alla presenza delle Istituzioni Pubbliche Regionali nelle persone di Alessia Rosolen Assessore al lavoro, istruzione, formazione, ricerca, università e famiglia, il prof. Furio Honsell Consigliere regionale di Open Sinistra e la prof.ssa Valeria Fili’ Delegata dal Rettore per le Pari Opportunità dell’Università di Udine, nonché Presidente del CUG dell’ateneo friulano.

Nel corso della Tavola Rotonda si è parlato:

  • dell’importanza di modelli che affrontino con maggiore attenzione l’analisi dei fabbisogni
  • del rafforzamento di soft skills e di modelli di orientamento applicabili al profilo degli individui più fragili
  • della necessità di un orientamento mirato “al territorio e al settore”
  • di diritti, di come acquisirli e farli rispettare.
E ancora si è parlato di FRAGILITÀ. 

Del resto, se nell’analisi dei fabbisogni  è necessario parlare di target e categorie è altrettanto importante riconoscere che oggi il tema della fragilità tocca tutti, italiani e stranieri.

Indipendentemente dalla provenienza geografica o culturale, al di là delle esperienze lavorative più o meno soddisfacenti, oggi SIAMO TUTTI PIÙ FRAGILI.

Ed è per questa ragione che è necessario trovare modelli e strumenti di orientamento e inserimento efficaci, al fine di garantire sostegno a chiunque ne abbia bisogno.

Attraverso il dialogo con gli interlocutori coinvolti, rappresentanti Pubblici e Privati, Università e professionisti del Terzo Settore è stato affrontato il tema della costruzione di percorsi di integrazione efficace.

L’idea predominante emersa nel corso del dibattito è che solo azioni positive e condivise possono evitare lo spreco di risorse umane indispensabili e preziose per rispondere alla domanda del mercato del lavoro.

Tavola Rotonda - Relatori
Relatori e Rappresentanti delle Istituzioni Regionali.
Quali  sono quindi gli strumenti necessari e le basi da cui partire per un’integrazione efficace e consapevole?

La risposta emersa dalla Tavola Rotonda è:

  • Creare sinergie
  • Coinvolgere attivamente nel dibattito partners esterni pubblici e privati e rappresentanti di categorie
  • Aumentare la consapevolezza e la sensibilizzazione sull’uso di strumenti più efficaci di integrazione, finalizzati a orientare
  • Formare e indirizzare un potenziale spesso sprecato (il rischio di declassamento professionale è alto in questo target) nella direzione di un percorso efficace di carriera.

Solamente così potremmo trasformare la fragilità da mancanza a risorsa da cui ripartire.

Pubblico partecipante alla Tavola Rotonda.

 

Filed Under: News

Processo di pace in Colombia. Aggiornamento sul progetto Edupaz

Giugno 10, 2019

Processo di pace in Colombia. Il difficile cammino verso la stabilizzazione

Premessa. Da diversi anni, in Colombia è attivo un conflitto armato che ha causato più di 220mila vittime civili a causa degli scontri tra i gruppi guerriglia – FARC e ELN – i gruppi paramilitari AUC e il Governo Colombiano. Contando le vittime di morte violenta, gli sfollati e i sequestri  parliamo di circa 8 milioni di persone.

Il difficile processo di pace vede un’ importante svolta grazie al tavolo di negoziazione  che consente nel 2016 un incontro storico fra l’allora presidente Juan Manuel Santos e le forze rivoluzionare della Colombia. In quell’occasione le parti firmano l’Accordo finale per la costruzione di una pace solida e duratura , sulla base degli accordi precedentemente stabiliti ai tavoli di pace di La Habana e Quito.

Purtroppo oggi il processo di pace sembra un obiettivo lontano da raggiungere. Le ultime notizie ci parlano ancora di violenze e omicidi nei confronti di  leader comunitari e sindacalisti. Come denunciano Onu e Associazioni è evidente che l’accordo di pace con i guerriglieri e le forze paramilitari non è servito a evitare morti tra chi appoggia la svolta.

In questo contesto  si inserisce il progetto EDUPAZ  “Espacio educativo para la paz y el buen vivir”.

Il progetto EDUPAZ sostenuto  da Oikos Onlus    e dalla controparte colombiana Istututo Sur ISAIS è finanziato in gran parte dalla Regione Friuli Venezia Giulia . Inoltre vede coinvolti attivamente diversi partners in Colombia e in Friuli. Ad esempio,  Il Comune di Santa Cruz e Samaniego e ancora il Comune di San Daniele e il Comune di Pradamano che hanno già cooperato nell’ambito del progetto DUPLAPAZ e vantano un partenariato solido.

Il progetto EDUPAZ è il seguito del progetto DUPLA PAZ realizzato dal 2016 al 2017 per sostenere concretamente il processo di pace. I risultati ottenuti  : la costruzione di un  centro educativo e  un’intensa attività di formazione. I temi affrontati: pace, diritti umani, diritto costituzionale colombiano, giurisdizione per le comunità indigene.

E ancora : formazione tecnico universitaria per i contadini, sostegno all’imprenditoria e al commercio degli artigiani locali.

Nonostante i primi contributi esteri alla causa “della cultura della pace”  la struttura risultava ancora insufficiente per ospitare un’offerta didattica su ampia scala e completa di tutte le attività collaterali.

Così è nata la proposta di continuare il progetto con una seconda fase. Così è nato il progetto EDUPAZ.

L’obiettivo è creare uno spazio di formazione completo ed innovativo e  facilitare l’accesso a un’educazione di qualità a tutta la popolazione rurale.

In entrambi i progetti l’Istituto Sur ISAIS ha fatto da collettore tra le organizzazioni locali e straniere. Ha risposto all’esigenza delle comunità locali di creare una struttura territoriale per la formazione di pace.

Ha formulato budget sulla base dei preventivi richiesti e individuato i corsi di laurea specialistica in Costruzione e Psicologia.

Oggi ciò non sarebbe possibile senza la tenacia e il coraggio del leader di Istituto Sur ISAIS, Harold Montufar Andrade . Senza ombra di dubbio è lui il vero motore della rivoluzione di pace nel comune di Samaniego. Lui l’instancabile portavoce dei diritti dei più deboli.

Innumerevoli i riconoscimenti ricevuti per il ruolo di mediatore per una cultura di pace. A questi oggi si  aggiunge  l’importante riconoscimento Premio DDHH Colombia  Premio Nacional a la Defensa de los Derechos Humanos en Colombia.

L’Università della pace di Samaniego – un’opportunità di rinascita culturale per i comuni di Santa Cruz e Samaniego.

I comuni di Santa Cruz e Samaniego, situati in zone remote e poco accessibili nel Dipartimento del Narino, sono caratterizzati da una bassa qualità di vita.

Povertà, mancanza di infrastrutture, difficile accesso all’ istruzione  i problemi principali. A ciò va aggiunto il  narcotraffico, assai fiorente in questa zona.  Infatti, Il 30% della cocaina esportata a livello mondiale è prodotta e commercializzata illegalmente nel Dipartimento del Narino.

Inoltre, il Comune di Samaniego in passato  è stato fortemente colpito dal conflitto armato per la presenza sul territorio di gruppi paramilitare e gruppi guerriglia e conta molte vittime civili tra i suoi abitanti.

In questo contesto  nasce l’ambizioso progetto di creare l’Università della pace di Samaniego per consentire ai giovani della città e delle comunità circostanti di seguire un percorso di studi universitari  di qualità.

Questo spazio è un’opportunità per il territorio di benficiare di corsi tecnici, tecnologici e corsi universitari triennali con ricadute evidenti su tutta la comunità.

A che punto siamo del progetto.

Ad oggi  il centro ha completato le aule didattiche ed è pronto il secondo padiglione che comprende alloggi per l’ospitalità di volontari, turisti e allievi del centro.

Il progetto prevede il coinvolgimento di 50 giovani  – tra il comune di Santa Cruz e Samaniego – che parteciperanno al primo ciclo universitario e circa 80 persone che svolgeranno corsi tecnici.

Inoltre, gli spazi comuni sono stati messi a disposizione dell’intera comunità per incontri pubblici, conferenze seminari e riunioni.

Oggi l’Università della pace  è un vero e proprio baluardo per l’affermazione di una cultura di pace a Samaniego e rappresenta  un modello esportabile.

Ma soprattutto l’Università della pace è diventata un punto di riferimento importante per il territorio:

per le comunità contadine e indigene, per le associazioni delle vittime del conflitto, per le comunità indigene.

Oikos è orgogliosa di far parte di questo progetto e vi terremo aggiornati sui progressi e sugli sviluppi futuri.

Vi lasciamo con una piccola carellata fotografica che testimonia tutto il lavoro svolto finora

Buona visione.

 

 

 

 

 

 

 

 

Filed Under: News

Progetto Altri modelli possibili

progetto-altri-modelli-possibili

Sintesi del progetto

Altri modelli possibili è una proposta seminariale che trova il suo ordine di motivazioni nella convinzione che diversi principi che regolano l’economia e che vengono spesso assunti come assiomi da cui partire per costruire modelli di sviluppo e di gestione della cosa pubblica e di regolamentazione dei mercati possano essere messi in discussione e incontrare forme di crescita – o decrescita – alternative. La crescita economica a tutti i costi è una variabile imprescindibile? La democrazia rappresentativa è davvero l’unico male minore possibile? Le risorse, per essere sfruttate al meglio, è giusto ed equo che seguano prassi di privatizzazione e di generazione di profitto? Esiste solo il PIL come indicatore attendibile per misurare lo stato di salute di un’economia e il livello di benessere di una comunità? Il livello di benessere di una comunità coincide per forza con la sua capacità di generare ricchezza o sono altri i parametri da considerare?
A fronte di tali quesiti negli ultimi anni stanno nascendo nuove correnti di pensiero che portano a trovare altri punti di vista, altre soluzioni, altri paradossi e presupposti da cui partire per poter elaborare modelli di convivenza migliori, maggiore equità e qualità della vita, maggiore benessere. Ecco che la tutela dei beni comuni, un razionale sfruttamento delle risorse naturali, un orientamento alle fonti energetiche alternative come anche la messa in discussione dell’attuale modello di sviluppo divengono temi di grande attualità. La gestione dell’economia e dei mercati è sempre correlata alle politiche di governance, di cui il finanziamento e gli orientamenti sono sempre più soggetti alle dinamiche dei mercati e alle dinamiche di lobby generando grossi problemi di empasse politico-eocnomica connesse proprio alla commistione di intereressi pubblici e privati. Ecco che la stessa democrazia rappresentativa non è più ad oggi l’unica forma di democrazia possibile, si fanno avanti infatti forme di partecipazione organizzata che vengono sperimentate in un numero sempre maggiore di comunità. Gli sconvolgimenti climatici di questi tempi, il continuo proliferare di forme di attivismo dal basso, le grandi disuguaglianze presenti sia a livello di classi sociali che a livello globale sono tutte variabili che portano a pensare a nuove forme di regolamentazione dei mercati, di gestione delle risorse naturali e di governance della cosa pubblica. La nascita dell’università dei Beni Comuni, la strutturazione delle teorie della decrescita, in modo particolare come paradosso provocatorio e 2 contraddittorio del pensiero unico, l’esigenza di sperimentare forme alternative di energia e la crescente diffusione di forme di democrazia partecipativa costituiscono a tutti gli effetti la scoperta di nuovi orizzonti politici e socio-economici che meritano di essere indagati e discussi.

Obiettivi formativi

Obiettivo del percorso formativo è quello di trasmettere ai discenti, studenti dell’Università e ad alcuni loro docenti, nuovi modelli di riferimento per l’economia, per la regolazione dei mercati, per la tutela dell’ambiente e per la gestione dei processi di governance. Verranno presentati modelli per certi versi in antitesi con quelli comunemente diffusi e talvolta connotati da una forte vocazione provocatoria, pur sempre finalizzati alla riflessione e alla riconsiderazione delle certezze che i saperi consolidati portano ad assumere sempre più in modalità assiomatica.

I tre focus tematici su cui si intenderà fare luce sono:

  • il concetto di decrescita applicato all’economia, alla tutela dell’ambiente e al recupero della dimensione relazionale della vita di ognuno;
  • il concetto di tutela dei beni comuni, intesi come diritti imprescindibili ed inalienabili della vita di ognuno;
  • il concetto di democrazia partecipativa: l’evoluzione del significato di “democrazia” disegna nuovi scenari di gestione della cosa pubblica.

Programma formativo

03/12/07 – Come far crescere una cultura dei beni comuni.
Relatore: Rosario Lembo – Economista; Direttore dell’Università del Bene Comune.

7/02/08 – Le contraddizioni dell’attuale sistema economico e proposte di nuovi indicatori e principi su cui basare la programmazione delle politiche. La cultura dei beni comuni.
Relatore: Riccardo Petrella – Economista; promotore del Manifesto del Contratto Mondiale dell’Acqua e fondatore dell’Università del Bene Comune.

21/02/08 – Proposta per un modello non economico basato sulla decrescita.
Relatore: Serge Latouche – Presidente dell’associazione «La ligne d’horizon» e professore di Scienze economiche all’Università di Paris XI e all’Institut d’études du devoloppement économique et social (IEDS) di Parigi.

28/03/08 – Città e partecipazione.
Relatore: Giovanni Allegretti – Ricercatore presso l’Università di Coimbra, Portogallo

04/04/08 – Il paradosso della democrazia: libertà e responsabilità verso le generazioni future.
Relatore: Marco Deriu – Docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi
all’Università di Parma

18/04/08 – Un altro modo di esportare la democrazia
Relatore: Maria Cristina Costanzo – Vicesindaco di Grottammare (Marche)

Partner del progetto

Università degli Studi di Udine, Rete Radie Resch di Udine, E-Labora, Reti di ContaminAzioni Socio Economiche, Associazione per la città ecosolidale, Associazione “Scuola friulana della decrescita”.

  • 1
  • 2
  • Next Page »

Fai ora la tua donazione

NEWSLETTER

ISCRIVITI

Iscriviti alla nostra Newsletter

    LEGGI L'INFORMATIVA SULLA PRIVACY

    SEGUICI

    facebook-icon

    facebook

    RSS degli Articoli

    SOSTIENI I NOSTRI PROGETTI!

    Contatti

    OIKOS ONLUS – Organization for International KOoperation and Solidarity
    Piazza Patriarcato, 8 c/o Studio Repetti (UD) – Italia
    Sede Operativa: Via Marano Lagunare 3 (UD) – Italia
    Orario d’ufficio: 9.00 – 14.00
    E-mail: info@oikosonlus.net
    Telefono: +39 0432 520803

    OIKOS Onlus © 2021 · C.F.: 94092400301 · Tel +39 328 6328831 · info@oikosonlus.net · Privacy Policy · Terms & Conditions · Credits